Monthly Archives: Marzo 2023

COSA COMPORTA IL CAMBIO DI RESIDENZA AI FINI FISCALI?

 

case

Per i più svariati motivi, può presentarsi la necessità di cambiare residenza.

Andiamo a vedere di seguito cosa comporta questa decisione ai fini fiscali e le principali informazioni da conoscere.

Cambio residenza ai fini fiscali: l’esempio

Per comprendere al meglio l’argomento, proponiamo di seguito un esempio. Un figlio si trasferisce da un genitore in quanto quest’ultimo ha manifestato una malattia e ha, quindi, la necessità di essere assistito.

In qualità di caregiver, il figlio ha dichiarato domicilio temporaneo presso l’abitazione. La situazione, però, richiede il trasferimento della residenza del figlio presso quella del genitore.

Cosa implica il cambio di residenza ai fini fiscali?

Il cambio di residenza può incidere sull’IMU e sull’ISEE. Se il figlio ha delle agevolazioni prima casa, cambiando comune di residenza potrebbe perderle e la modifica potrebbe incidere anche sul contratto di fornitura elettrica che muterebbe a “non residente”.

Oltre a questo, il cambio di residenza incide su un altro aspetto: il figlio entrerebbe nell’ISEE del genitore e andrebbe conseguentemente ad inficiare su qualsiasi beneficio, riconosciuto tramite ISEE, di cui il genitore gode.

In linea generale, un cambio di residenza presso un genitore non impatta particolarmente ai fini fiscali. (continua)

Fonte:Immobiliare.it

 

APPROVATA LA DIRETTIVA “CASE GREEN”: COSA FARE ADESSO?

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In materia di ristrutturazione ed edilizia green, l’Europa ha dato il via ad una serie di norme e direttive per l’ottenimento di riduzione delle emissioni entro il 2030, con obiettivi ancor più ambiziosi per il 2050.

Ma questo cosa comporterà per i cittadini? 

Ebbene, la maggior parte dei provvedimenti riguarderà la ristrutturazione delle case e l’ottimizzazione delle classi energetiche.

Case green: il programma energetico.

Ieri, il Parlamento Europeo ha approvato la direttiva inerente le performance energetiche degli edifici (abitazioni private, ma anche uffici, fabbriche, etc.).

La normativa ha lo scopo di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 date dai consumi energetici delle abitazioni private; prevede, infatti, che tutti gli edifici di natura abitativa privata debbano raggiungere entro il 2030 la classe energetica di tipo “E”, e “D” entro il 2033.

Cosa c’entra la ristrutturazione delle case con le emissioni?

Ogni edificio ha dei consumi energetici: gli impianti di climatizzazione, l’apporto di acqua calda, il gas per cucinare, etc.

La classe energetica di una casa, quindi, indica quanto è efficiente l’utilizzo di questi impianti, di conseguenza una classe energetica bassa consumerà molto di più rispetto ad una classe più alta (con un evidente riscontro anche in bolletta). (continua)

Fonte:Immobiliare.it

COMPRAVENDITA IMMOBILIARE: LE RESPONSABILITÀ DEL NOTAIO.

notaio

Il notaio incaricato di una stipula riguardante i diritti reali su immobili non può limitarsi ad accertare la volontà delle parti e a sovrintendere alla compilazione dell’atto. Deve invece compiere l’attività necessaria ed assicurare la serietà e certezza dei relativi effetti tipici e il risultato pratico perseguito ed esplicitato dalle parti, poiché il contenuto essenziale della sua prestazione professionale è l’obbligo di informazione e consiglio.

La violazione di tale obbligo è fonte di responsabilità del notaio per violazione delle clausole generali di buona fede oggettiva e correttezza ai sensi degli articoli 1175 e 1375 del codice civile.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 33439 del 14 novembre 2022.

Il notaio responsabile della veridicità delle dichiarazioni del venditore.

Il proprietario, dopo aver acquistato casa, scopriva che l’appartamento era difforme dall’autorizzazione amministrativa, avendo un sottotetto che non fu qualificato abitabile per altezza inferiore a quella minima.

Per tale motivo, agiva in giudizio contro il venditore e il notaio che aveva steso il rogito, quest’ultimo per responsabilità professionale, per ottenere il risarcimento dei danni.

Il tribunale condannava in primo grado entrambi i convenuti al pagamenti in solido di 7500 euro. In particolare, il tribunale riteneva responsabile il notaio omessa verifica della veridicità delle dichiarazioni del venditore circa la conformità delle opere alle previsioni plano-volumetriche, tipologiche ecc. di cui alla lottizzazione approvata dal comune. (continua)

Fonte:Immobiliare.it